Chiuse gli occhi e capì che la bellezza era solo uno stato della rappresentazione, un suo riflesso improprio. Le risa di scherno, i gesti che mimavano aggressività, il cerchio che si chiudeva sempre più stretto intorno alla preda; tutto faceva parte del passaggio dal sogno alla realtà, lì dove l'immaginario pretende il suo tributo di sangue. Provò empatia per quel povero corpo martoriato. Ma lei era solo una spettatrice e non ebbe coraggio di entrare nella tragedia. Mentre il coro finiva di smembrare l'uomo, lei iniziò a piangere.
Nessun commento:
Posta un commento
Provaci...