lunedì 9 settembre 2013

Sogno di fanciulla

Scese d’inverno
Un sogno bagnato
Di lacrime

Scese in silenzio
un sogno macchiato
di favole

Dormiva e ogni tanto
Si alzava sbadigliando
Era un sogno di carne
Tesa alla morte del giorno.

Ballava immobile
La sua danza di vento
E i suoi occhi suonavano
Un primo antico strumento
Ridotto ad un batter di pioggia.

Poi spense e le ali mai aperte
Nel suo silenzio richiuse.
Girò la testa e come se nulla fosse
Andò via.

Qualcuno lo ricorda
Ancora, come un singhiozzo
Passato, come il volere resistere
Al dominio del tempo.

Sbiadisce nello scosceso
Percorso di un servo
Nell’essere com’è sempre
Un riflesso.

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