Una mattina di un giorno qualunque
incontrai un estraneo allo specchio.
Raccolsi brevemente il suo sorriso enigmatico
e mi spensi tra i suoi occhi,
che mi fissavano come un atto d'accusa.
Cosa ne è stato di quei giorni?
Quando ci amavamo tra le lapidi
e le case morte riposavano
nella terra piena di stanche gocce
e di riflessi opachi del sole?
Ora i miei sensi sono rocce.
Scavo addormentato e adombro silenzi,
mentre una palla rimbalza
sui gradini di una chiesa.
È questa la tua resa?
Poggio la mano antica sul volto che sospira
soffiando un boato incespicante sull'adirata solitudine.
Nessun commento:
Posta un commento
Provaci...