Se c'è stato un momento a cavallo tra la fine dello scorso millennio e l'inizio del nuovo in cui abbiamo sognato a occhi aperti che i videogiochi potessero diventare qualcosa che non si valuta e compra un tanto al chilo, lo dobbiamo anche ad autori come Benoît Sokal, che varcarono il Rubicone dei pregiudizi prestando la loro arte a quello che ancora veniva considerato un medium di serie B.
In buona parte quell'esperienza è fallita miseramente, travolta dalle esigenze del mercato e dall'ascesa di una visione del videogioco completamente differente, molto più misera, ma non senza lasciare un'eredità importante per chiunque voglia e sappia coglierla. Per questo motivo è doveroso ricordare la figura del fumettista belga, venuto a mancare il 28 maggio 2021 a causa di un'insufficienza cardiaca: per non dimenticare che a un certo punto ci abbiamo provato davvero e abbiamo avuto anche tutti i mezzi per farcela.
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