venerdì 2 luglio 2021

Ynglet


La bellezza, quasi primordiale, di Ynglet nasce dai rapporti che si instaurano tra le forme che disegnano i livelli e che, nella loro astrattezza, creano dei ritmi visivi costanti, attraendo il giocatore in una stupefacente spirale di elementi percettivi. Al senso di meraviglia che pervade ogni passaggio, tra fiori che sbocciano in gruppi di quadrati molli che orbitano intorno a un punto di gravità vuoto, o caleidoscopiche esplosioni di colori che creano meraviglia svelando l'informe nel geometrico, contribuisce anche la colonna sonora generata da un algoritmo, che viene composta seguendo l'andamento del giocatore. Il tutto forma un quadro coerente e delicato, che ammalia dall'inizio alla fine, in cui le geometrie si trasformano in frasi e gli spazi vuoti in silenzi. L'opera di Nifflas è una di quelle che riesce a coinvolgere diversi sensi, senza risultare mai eccessiva o sgradevole, ma puntando alla compattezza poetica, decisamente encomiabile.

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